“Noi siamo il basket de Citanò”, il Varco sul mare abbraccia Virtus e Feba
Un grande giorno per il basket civitanovese, che ha ritrovato l’unità delle origini sotto l’arco del Varco sul mare. Questa mattina le due grandi anime della pallacanestro cittadina, quella (principalmente) femminile della Feba con la sua satellite Civitabasket e quella maschile della Virtus con la sua “sorellina” Il Picchio, si sono presentate insieme ai piedi di uno dei luoghi simbolo della città, che si è fatto ponte tra due realtà che, da qualche mese, hanno intrapreso un percorso comune nel segno dell’amore per Civitanova e per la palla a spicchi. “Noi siamo il basket de Citanò” è il motto scelto per questa giornata e non poteva lanciare questo messaggio di unità in maniera più chiara.
Presenti i ragazzi di tutte le squadre giovanili delle due realtà: Under 15 maschile e Promozione targate Civitabasket, Under 16 e Under 18 femminili Feba, Under 15, Under 16, Under 18 e Under 20 maschili Il Picchio, tutti con i rispettivi staff tecnici. Ma ovviamente non potevano mancare le due punte di diamante, la Virtus targata Rossella che sarà ai nastri di partenza del campionato di Serie B maschile e la Feba che già da un paio di settimane è tornata in campo nel campionato di Serie A2 femminile. Una compresenza che fa di Civitanova l’unica città delle Marche a poter vantare una squadra di basket maschile e una femminile contemporaneamente nei campionati nazionali. Non male per una città troppo spesso considerata solo “di calcio” o “di volley” e che invece può contare su diverse centinaia di bambini e ragazzi che crescono anno dopo anno sotto canestro.
Alla presentazione hanno portato i loro saluti il sindaco Fabrizio Ciarapica e il presidente del consiglio comunale Claudio Morresi in rappresentanza del Comune, il neo consigliere regionale Pier Paolo Borroni a fare le veci del nuovo governatore Francesco Acquaroli, il presidente di Coni Marche Fabio Luna e il presidente di Fip Marche Davide Paolini. Proprio Paolini ha lanciato il suo accorato appello al Governo affinché, pur in un momento molto delicato della pandemia da coronavirus, tenga presente l’importanza dello sport sia sul fronte lavorativo che su quello sociale. «Civitanova è una città fondamentale per il basket regionale, grazie al lavoro di società serie come questa, che hanno saputo anche fare scelte dolorose in passato pur di garantirsi un futuro – ha evidenziato il numero 1 della pallacanestro marchigiana – i meriti sono tutti vostri, noi oggi possiamo fare solo una richiesta a chi ci governa: non chiudeteci. Il vizio di considerare la scuola come importante e lo sport no è poco edificante. Non è possibile che le nostre squadre giochino senza pubblico mentre a Bologna si gioca davanti a 2000 persone o Treviso davanti a 1000. Facciamo ciò che è necessario, ma non chiudete lo sport. Riceviamo migliaia di telefonate da società preoccupate ogni giorno. Noi sappiamo cosa facciamo ogni giorno in palestra. Lo sport è vita, sotto certi aspetti è più importante della scuola. Ciò che succederà nei prossimi giorni, se sei avvereranno le voci di cui si parla è terrificante. Lo sport dà lavoro a tantissima gente, lo sport educa tantissimi ragazzi. Miglioriamo, mettiamo qualche limitazione, ma lasciate andare i ragazzi in palestra. Se c’è da far slittare qualche campionato siamo disponibili, ma non chiudiamo le palestre. Altrimenti abbiamo perso tutti».
Tutto l’orgoglio civitanovese è emerso invece negli interventi dei presidenti delle società, a partire da quello della Feba Elvio Perini. «Questo luogo è particolarmente significativo per me perché nel 1969 iniziavo a giocare a basket proprio qui davanti, nel piazzale del Lido Cluana – ha ricordato Perini – questo era il campo da basket di Civitanova all’epoca. Si giocava o qui all’oratorio dei Salesiani. Poi nel 1976 abbiamo fondato la Vultur e siamo riusciti ad entrare alla palestra vicino al campo sportivo. Quello che vediamo qui oggi è un ritorno alle origini: la Vultur accoglieva ragazzi e ragazze senza distinzioni. Poi sono successe tante cose e io mi sono concentrato sulla pallacanestro femminile. Ora siamo in A2, siamo l’unica marchigiana in questa categoria, abbiamo un ottimo vivaio che ci permette di inserire diverse atlete in prima squadra: ci piace che sia così, creare giocatrici più che prenderle da fuori».
Un sogno che vorrebbe coltivare anche Il Picchio in modo da essere un giorno vero serbatoio per la prima squadra, la Virtus. Lo conferma il neo presidente Sergio Mandorlini. «Vorremmo un giorno avere 7-8 giocatori cresciuti qui a Civitanova in prima squadra – ha evidenziato Mandorlini – se devo pensare a uno slogan direi “insieme si vince”. Quello di oggi è un esempio: basta con le divisioni, si può andare avanti remando nella stessa direzione. Ognuno ha le sue specificità ma si può convivere e fare delle belle cose insieme. E ritrovarci in questo spazio è ancora più bello, sarebbe ancora più bello fare qualche manifestazione qui quando ci sarà modo. Non vogliamo che i bambini restino dentro casa a imbambolarsi davanti alla playstation. Scuola e sport sono entrambi importanti, uno non esclude l’altro».
Momento amarcord anche per il presidente della Virtus Nicola Moretti: «Anche io, qualche anno dopo Perini, ho iniziato a giocare a basket qui davanti – ha rammentato Moretti – è un sogno ritrovarmici da presidente. Giocavamo qua o a San Marone e spesso mi trovavo in campo con loro. L’emozione di ritrovare due società che si ritrovano e si incontrano per il bene dei ragazzi era l’obiettivo che ci siamo dati all’inizio di questo nuovo corso iniziato questa estate. Il nostro futuro sono i ragazzi e a loro dico: continuate a sognare di divertirvi giocando. Qualcuno di voi diventerà un campione, molti continueranno a giocare nei campi di periferia. Ma il divertimento è la cosa più bella che possa esistere».
Squadra dopo squadra hanno poi sfilato tutti i ragazzi e ragazze delle varie formazioni, compresi i campioni dell’associazione Anthropos, che partecipano al campionato italiano C21 riservato ai ragazzi con sindrome di Down, fino ad arrivare alle due prime squadre. L’ultimo appello dal palco l’ha lanciato il capitano virtussimo Francesco Amoroso, che ha chiuso la mattinata insieme alla sua omologa della Feba Jessica Trobbiani. «Vorrei che, Covid permettendo, il palazzetto sia sempre più pieno – ha sottolineato Amoroso – un palazzetto pieno ti fa giocare cento volte meglio. Venite a vedere noi e la Feba perché il divertimento non manca». La speranza di tutti è che si possa tornare a farlo al più presto.