Riccio e una partita che fa male: “se avessimo giocato a Montegranaro come contro Rieti…”
Settimana più complicata del solito in casa Virtus Civitanova sulla strada che porta al match di domenica sul campo della Riviera Banca Rimini. L’infortunio di Pedicone e gli acciacchi con i quali stanno convivendo diversi giocatori biancoblu non rendono semplice la marcia di avvicinamento alla difficilissima sfida in terra romagnola, ma la prestazione di domenica scorsa contro Rieti ha ridato almeno un po’ di fiducia, come conferma Gianpaolo Riccio. «Siamo soddisfatti perché comunque per 30’ siamo rimasti in partita, anche se alla lunga la maggiore qualità della Real Sebastiani è venuta fuori – conferma l’esterno avellinese – abbiamo giocato una buona partita a differenza di quella della settimana precedente a Montegranaro, dove non ci siamo proprio presentati. Stavolta almeno abbiamo tirato fuori una prova d’orgoglio».
È proprio alla luce della prestazione sfoderata che cresce il rammarico per la giornataccia della Bombonera. «L’amaro in bocca è ancora forte – ammette Riccio – purtroppo però non possiamo cancellare quello che è successo, possiamo solo guardare avanti e cercare di vincere qualche partita».
Riccio sicuramente è stato il migliore in campo contro Rieti con 21 punti (season high) e cinque triple a referto. «Sto avendo una stagione di alti e bassi – dice la guardia-ala virtussina – spero di essermi definitivamente sbloccato con questa partita e di poter aiutare la squadra a portare a casa un paio di vittorie».
A Rimini domenica sarà dura, forse durissima. «Noi ci proviamo, come sempre, la palla è rotonda non si può mai sapere – rimarca Riccio – ma sappiamo che Rimini è una corazzata e per di più anche in un ottimo periodo di forma. Ci proviamo ma sarà difficile. Davanti a noi abbiamo un calendario complicato, con quattro partite fuori casa nelle prossime cinque e il solo match in casa contro Jesi che è una delle squadre che sono in lotta per la salvezza: dobbiamo inventarci qualcosa lontano dal PalaRisorgimento, ne siamo coscienti».