La Virtus scopre Tyrtyshnik: “faccio quello che serve, voglio dimostrare il mio valore”
È una Virtus Civitanova serena quella che è tornata in palestra questa settimana dopo la vittoria di domenica scorsa contro Assisi. Tra i protagonisti, se non il protagonista assoluto, c’è stato sicuramente Antony Tyrtyshnik, che ha scelto la gara contro gli umbri per firmare la sua prima grande prova in maglia Virtus. «Il punteggio della partita di domenica è bugiardo, Assisi non ha fatto assolutamente una brutta gara – ammette il play ucraino – il +19 finale non vuol dire niente, sono stati in partita fino in fondo. La differenza l’hanno fatta l’intensità difensiva e l’energia che ci abbiamo messo. Per quanto mi riguarda, ho fatto una buona partita, anche se si può sempre migliorare. Cerco sempre di giocare con energia e di fare cose semplici per aiutare la squadra».
Per l’ex Nardò è la prima stagione a Civitanova, una scelta che ha fatto con un pensiero ben preciso in mente. «Nelle ultime stagioni a Nardò tra Serie B e A2 ho avuto pochissimo spazio, anche un po’ a causa del covid – spiega Tyrtyshnik – per cui volevo scendere di categoria e dimostrare il mio valore. Civitanova mi ha dato questa opportunità e ne sono contento».
Ovviamente essere ucraino nel 2022 non è cosa semplice, anche se lui ormai è italiano d’adozione, essendo alla sua settima stagione nel nostro paese. «Ovviamente nel primo periodo, appena scoppiata la guerra, è stato difficile per me – svela Tyrtyshnik – ora sono molto più tranquillo, sono fortunato rispetto alle persone che vivono in Ucraina. Per questo voglio ringraziare tutto il popolo ucraino per quello che sta facendo, perché dà la possibilità anche a noi che viviamo fuori di continuare a fare la nostra vita».
Tornando al basket, domenica prossima la Virtus sarà di scena sul campo del fanalino di coda San Benedetto. Una partita in cui c’è tutto da perdere. «Paradossalmente, giocare contro l’ultima è più difficile che contro la prima, soprattutto a livello mentale – conclude il play biancoblu – spesso si finisce per sottovalutare l’avversario e noi dobbiamo evitare questo prima di tutto, pensare alle nostre cose ed eseguire ciò che il coach ci richiede».